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PADRINI A CASA NOSTRA

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di Ezio Orzes

Il 2012 si preannuncia come una annata eccezionale per le mafie! I capi clan nascosti nelle intercapedini di  ville iperprotette o in qualche villaggio turistico si stanno fregando le mani. Diversi fattori “stagionali” contribuiscono a questo ottimismo di fondo che permetterà di espandere e radicare i loro interessi al Nord. La struttura c’è ed è già collaudata: le mafie da una certa parte del paese in su ripongono il mitra e indossano giacca e cravatta, pagano profumatamente studi di commercialisti, agenzie immobiliari, drappelli di avvocati preparati e godono di un clima favorevole.  Al nord siamo ancora convinti di vivere in un’isola felice e ci sentiamo protetti da slogan vuoti come “padroni a casa nostra”, c’è una sorta di resistenza culturale ad ammettere la progressiva pervasività dell’economia mafiosa.
Insomma, siamo il terreno ideale, il campo di gioco perfetto e le mafie sanno di poter  contare su arbitri distratti e in qualche caso forse compiacenti.

Vediamo alcuni  fattori “climatici” che favoriranno questo fenomeno:
•    La crisi economica sta mettendo in ginocchio molte imprese e le banche, che lo stato ha pure abbondantemente foraggiato, sono sempre più restie a prestare soldi alle aziende. Il modello economico del Nord Est è spesso prigioniero dell’orgoglio su cui ha costruito il  mito dell’operosità dell’imprenditore che non deve chiedere nulla a nessuno, non accetta di fallire.  L’imprenditore risucchiato dalla violenza del mercato e del sistema finanziario e creditizio   preferisce spararsi in un magazzino vuoto, un sabato mattina, piuttosto che portare i libri in tribunale. L’ultima ancora di salvezza apparente  può avere il volto sorridente e ammiccante del tizio, che seduto nella poltrona di fronte nel tuo ufficio, ti dice che la soluzione c’è, che tutto sommato è semplice, che basta mettersi d’accordo. Ti propongono  un prestito “agevolato”,  la cessione di parte dell’azienda, la collaborazione forzata con altre aziende ed è fatta: in un attimo sei nelle loro mani.

•    La privatizzazione dei servizi pubblici è un’altra occasione straordinaria per le mafie, che si sa, sono tra i sostenitori più convinti della manovra sulle privatizzazioni del governo Monti. E come dargli torto: centinaia di milioni di euro di servizi pubblici che vanno a gara nello stesso momento con l’obbligo da parte degli affidatari (i Comuni) di valutare per l’assegnazione praticamente il solo parametro economico? Un gioco da ragazzi! Basta “partecipare” qualche competitor e presentare un’offerta economicamente conveniente ed è fatta. Le gare si possono anche vincere sottocosto se l’obiettivo è riciclare, più che i rifiuti, i soldi delle narcomafie e infiltrarsi nei comuni. È di questa settimana la notizia di un’indagine a Treviso, cuore del  Veneto padroneacasanostrista,  della  Direzione Nazionale Antimafia, che ha portato a 14 arresti e 29 ordinanze di custodia cautelare.

Lo sbarco organizzato delle mafie,  si inquadra secondo gli inquirenti nella “strategia di delocalizzazione del crimine organizzato” che in questo caso vede coinvolte mafia siciliana e camorra. Tra la lunga lista dei reati legati all’indagine troviamo: 50 prestiti ad usura ad imprenditori locali, riciclaggio di denaro sporco, l’intermediazione finanziaria  e la riscossione di crediti e l’entrata in grande stile nel circuito degli appalti pubblici. Una ditta collegata infatti si era aggiudicata appalti con ribassi anche del 45% in modo da spazzare via qualsiasi concorrenza. Una rete di prestanome curava investimenti immobiliari in ogni settore.
Il governo sembra assistere inerme a questo fenomeno, la difesa del territorio è demandata alle forze dell’ordine e all’impegno di qualche magistrato che combattono con pochi mezzi , la gente non ha la percezione reale di questo fenomeno e dei pericoli collegati.  Addirittura  si stanno mettendo in  campo delle norme che invece che far crescere l’Italia apriranno le porte ai nuovi “Padrini a casa nostra”.
Possiamo rassegnarci a questo stato di cose?

 tratto da ezioorzes.it


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